Se il cantante ha come obiettivo quello di esibirsi live, è importante non trascurare la PRESENZA SCENICA!
Dopo una accurata analisi del testo e del sottotesto di un brano, e dopo aver associato i colori vocali più adatti a veicolare il messaggio da trasmettere all’ascoltatore, è fondamentale soffermarsi anche sul ruolo del linguaggio del corpo all’interno della performance.
Corpo e voce devono essere coerenti e correlati tra loro, devono raccontare la stessa storia, con le stesse intenzioni comunicative. Molte volte allievi e cantanti, pur essendo vocalmente molto espressivi, si sentono distaccati dal proprio corpo, non sanno “cosa fare”, non ne hanno il controllo e finiscono per avere una presenza scenica fuorviante rispetto a ciò che vogliono comunicare. Le mie esperienze con la danza e con il teatro mi hanno sicuramente aiutata a capire come utilizzare maggiormente la forza comunicativa del corpo. In ambito musicale, il metodo SHEER si è rivelato in questo un perfetto alleato; essendo un metodo così focalizzato sull’espressività, anche il corpo è messo in condizione di sfruttare al massimo le proprie capacità comunicative, rimanendo connesso all’emotività del brano, del cantante e del pubblico.
La preparazione di un’esibizione viene in qualche modo affrontata in maniera molto teatrale e attoriale. Il cantante diventa “regista” della propria performance. Un semplice gesto, fatto nel modo giusto e al momento giusto può sostenere e amplificare moltissimo ciò che stiamo dicendo. Preparare un brano diventa così come preparare un monologo; tutto ciò che si fa è finalizzato all’interpretazione della storia raccontata nel testo, che da quel momento diventerà la nostra storia. Scelgo la grandezza dei movimenti, il tempo, l’apertura e la chiusura del corpo, la simmetria e la asimmetria, gestisco gli spostamenti sul palco per creare un percorso fisico che sottolinei il percorso interiore, utilizzo il viso e il focus dello sguardo per individuare l’interlocutore del mio discorso. In questo modo il corpo parlerà lo stesso linguaggio della nostra voce, il pubblico sarà catturato e si sentirà parte della storia che stiamo raccontando.
Un buon cantante deve poi essere in grado di gestire gli strumenti che decide di utilizzare. Microfono, asta, monitor, effetti, strumenti musicali, oggetti di scena e outfit sono parte integrante della nostra esibizione. Devono quindi essere tenuti sotto controllo per fare in modo che contribuiscano ad arricchire il contesto comunicativo, invece di essere elementi di distrazione o di intralcio.
Vanno poi presi in considerazione anche il contesto e l’ambiente; capire quale sarà il luogo, valutare quanto e quale sarà lo spazio a disposizione e come sarà allestito il palco, aiuterà il cantante performer a contestualizzare l’esibizione e capire come utilizzare il corpo in quel determinato ambiente. Che sia un live acustico e intimo o una performance su un grande palco di fronte ad un pubblico numeroso, curare la presenza scenica renderà l’esibizione più carica di significato, più emozionante per l’audience ma anche più appagante per il cantante stesso.
Una volta scelti i movimenti più espressivi e valutati tutti gli elementi esterni necessari, la performance va provata e fissata esattamente come la parte vocale; con la pratica, anche questa preparazione diventerà parte di noi, immediata, automatica ma allo stesso tempo mai distaccata, legata invece al nostro mondo emotivo. Ogni volta potremo attingere dalla nostra esperienza reale per rendere reale e credibile anche l’esperienza sul palco.
Inoltre, provare più volte la performance e arrivare più preparati possibile all’esibizione ci permette di essere pronti a gestire gli imprevisti, ad essere versatili e veloci all’adattamento, ad essere efficienti ed efficaci anche in caso di condizioni fisiche non ottimali.
In finale, dopo questa preparazione il cantante si sentirà lucido e sicuro di sé, avrà cucito su sé stesso un “personaggio” carico della propria verità e del proprio bagaglio emotivo personale, sarà connesso emotivamente con il pubblico e con sé stesso e potrà godere fino in fondo dell’intera esperienza artistica.
Giordana Piedimorsi